SDPR – Processo di saldatura per resistenza a pressione

Il processo saldatura a resistenza a pressione si basa sulla produzione di una giunzione per effetto dell’energia termica e meccanica.

 

 

La Fig. 1 mostra lo schema di principio utilizzato: un trasformatore di saldatura converte l’energia producendo in uscita altissime intensità di corrente che vengono fatte fluire tramite un sistema di conduttori flessibili in rame, porta-elettrodi ed elettrodi,  e attraversa i due giunti da unire, serrati a pressione secondo una opportuna sequenza tra gli elettrodi di saldatura.

 

La Fig. 2 mostra il dettaglio della sequenza di saldatura.

I fase: accostamento;

II fase: saldatura;

III fase: raffreddamento sotto pressione;

IV fase: distacco elettrodi.

L’energia termica viene prodotta dalla corrente che fluisce direttamente attraverso la zona di saldatura e vi produce calore per effetto della resistenza elettrica. Lo sviluppo di calore è regolato dalla legge di Joule.

Q = I2 ∙R ∙t

Dove:

Q -> è il calore prodotto tra gli elettrodi

I -> la corrente che fluisce nella zona di saldatura,

R -> la resistenza totale dei particolari tra gli elettrodi e

t -> è il tempo di saldatura.

Impostando correttamente i parametri di saldatura si forma tra i due particolari da saldare una zona di materiale fluido, detta lente di saldatura. I pezzi sono pressati e mantenuti uno contro l’altro dagli elettrodi. La giunzione si verifica dopo il decorso del tempo di saldatura nella zona della lente di saldatura, per effetto della pressione tra gli elettrodi e del raffreddamento che avviene grazie al deflusso attraverso gli elettrodi di un fluido di refrigerazione.

La saldatura a resistenza a pressione viene suddivisa in alcune varianti fondamentali: la  saldatura a proiezione e la saldatura a punti.

 

Saldatura a proiezione

 

Nella saldatura a proiezione la corrente di saldatura non viene concentrata con l’ausilio di elettrodi appuntiti, ma tramite una proiezione (bugna) o un profilo, ricavati su uno dei particolari nel punto di giunzione. E’ perciò possibile lavorare con elettrodi piani ad elevata superficie, le cui forme sono adattate con esattezza al profilo del particolare in lavorazione.